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Dal diario di viaggio di Luca: In Galles per aprire gli orizzonti!

Come mi disse Nigel Dennis quando lo incontrai in Sardegna per il training del mio brevetto 4* “you need to see the bigger picture”, torno dal Galles con una visione decisamente più ampia di quello che il Sea Kayak può offrire. Raccolsi al volo il suo invito a partecipare al famoso Symposium che organizza da 33 anni nell’isola di Anglesey. Ecco il mio racconto dell’esperienza.

 

Come mi disse Nigel Dennis quando lo incontrai in Sardegna per il training del mio brevetto 4* “you need to see the bigger picture”, torno dal Galles con una visione decisamente più ampia di quello che il Sea Kayak può offrire. Ricordo che a novembre, di fronte a un bel the caldo in un bar di Arzachena, Nigel mi spiegò come i nostri mari e le nostre coste abbiano infinite possibilità per godersi il kayak dodici mesi all’anno, 365 giorni l’anno, con (praticamente) qualunque condizione meteo marina, ma per qualche strano motivo in Italia pochi lo avevano capito. Raccolsi al volo il suo invito a partecipare al famoso Symposium (raduno) che organizza da 33 anni nell’isola di Anglesey, Galles del Nord.

All’inizio di questa avventura sono in compagnia di Tomaso Dentone, della Exo Kayaks, sponsor del Sea Kayak Team di Outdoor Portofino!

Venerdì pomeriggio al nostro arrivo all’Anglesey Outdoor center, splendido centro outdoor con tanto di ostello, enorme prato per campeggiare e un fantastico Pub dal nome poco equivocabile, “Paddlers Return”, troviamo subito un ambiente internazionale ed estremamente dinamico. Gente da tutto il mondo venuta per provare le famose “Tide race” (correnti di marea) e mettersi alla prova in condizioni non certo facili. Le condizioni atmosferiche a Holyhead equivalgono a un febbraio Ligure e la temperatura dell’acqua è di circa 7-8 °C.

Day 1 – Sabato 30 aprile, 2016
Finalmente Sabato mattina si va in acqua, destinazione: la Tide race di Penrhyn Mawr. Il mio ruolo è quello di assistere Stuart, un giovane coach (maestro) nella sessione di Surf sulle correnti di marea. È una scoperta! In pratica una Tide race è un fiume in mare aperto che, in prossimità di particolari conformazioni del fondale o in presenza di capi, accelera, sommandosi al moto ondoso generato dal vento causando fortissime correnti, onde frangenti e ottime zone di surf. Iniziando dalle morte (zone di calma) il gruppo ha preso confidenza e dimestichezza con queste condizioni e abbiamo trascorso una giornata divertendoci e faticando non poco! Tutto ciò avviene sempre in sicurezza. Infatti, una delle cose che più mi ha stupito di questa esperienza è il modo in cui, grazie alla formazione BCU, si riescono a gestire situazioni che per noi mediterranei potrebbero essere considerate di pericolo o di emergenza, in totale serenità e tranquillità. Stuart mi ha spiegato che se loro non uscissero con la pioggia e il freddo, con condizioni di mare molto mosso, di vento oltre i 20 nodi o di forti correnti sarebbero sempre al pub a bere birra, o a casa sdraiati sul divano. Le condizioni che per noi sono “estreme”, per loro sono pane quotidiano!

Terminata la giornata in mare ci si ritrova tutti al Pub a bere una birra rigorosamente gallese, non gasata e calda (sconsiglio a chiunque di provare a discutere con un barista del posto sulla temperatura della birra, Tomaso ci ha provato, ma ha rischiato di ricevere un cortese “vai a quel paese”). Qui troviamo gente da tutte le nazionalità e da tutti i continenti, venute apposta per riunirsi in un mare davvero divertente e in coste mozzafiato. Ritrovo anche Tatiana Cappucci (http://tatiyak.blogspot.it/), colei che mi ha iniziato a questo meraviglioso mondo e che mi aiuta con grande passione e dedizione a inserirmi in questo nuovo ambiente!

Day 2 – Domenica 1 maggio
Alle 9, dopo la consueta riunione per smistare i canoisti sulle varie attività, gestite dai numerosi (e bravissimi) coach, mi trovo nel gruppo di Phil. La giornata è tipicamente British, tuttavia pioggia forte e vento intenso, non fermano neanche un pagaiatore. L’obiettivo del nostro gruppo è di imparare a gestire il kayak in condizione di vento forte 6-7 scala Beaufort e mare molto mosso. Ci imbarchiamo a Trearddur Bay e iniziamo con degli esercizi nella parte meno esposta della baia. Man mano ci spostiamo verso il mare aperto e proviamo varie tecniche per manovrare ed effettuare salvataggi e auto salvataggi in queste condizioni. Phil è un grande leader, nonostante le condizioni non perde mai la calma e, come se stesse sorseggiando un thè nella veranda di casa, noncurante dei cavalloni che frangono sul suo kayak, ci spiega come spostare il peso per portare la prua controvento. Alla fine della giornata ho anche modo di provare le tecniche di salvataggio imparate durante il mio training 4* grazie a una coraggiosissima cavia Norvegese, ci vuole un sangue nordico per abbandonare il kayak e buttarsi nelle acque gelide in condizioni non certo invitanti, grazie Gry!

Day 3 – Lunedì 2 maggio
Oggi non vado in acqua, anche in vista dei quattro giorni tosti che mi aspettano. Infatti martedì e mercoledì ho il 5* training e giovedì e venerdì il 4* assessment (esame). Partecipo però a un’interessante visita alla fabbrica di kayak di Nigel Dennis (www.seakayakinguk.com) e ne approfitto per mettere in sesto tutte le mappe e l’attrezzatura che mi servirà nei giorni successivi.

Day 4 – Martedì 3 maggio
Inizia il training 5*, i nostri coach sono Phil e Simon. Ci dividiamo in due gruppi, io sono con Phil e un gruppo di studenti con molte nazioni rappresentate (Norvegia, Svezia, Olanda, Germania, Scozia, Messico, Stati Uniti). Ci imbarchiamo appena fuori dal porto di Holyhead e ci dirigiamo verso North Stack, dove proviamo subito alcuni esercizi nelle Tide race. Tra North Stack e South Stack Phil ci mette alla prova in continuazione, senza tregua, simulando recuperi in grotta, traini, zatteraggi e atterraggi in scogliera con onde frangenti. Giunti a North Stack (meravigliosa la vista dell’isola e del faro) facciamo retro front e proviamo una pagaiata down Wind. Rientriamo al centro, giusto il tempo di togliersi la muta stagna e mangiare qualcosa che è il momento di uscire di nuovo per la prova notturna con Nigel. Un 5* può condurre gruppi anche di notte, quindi è prevista un’esercitazione. Proviamo la navigazione notturna usando mappa, bussola e segnali luminosi, comunichiamo con la guardia costiera e l’autorità portuale per evitare collisioni con i traghetti che arrivano dall’Irlanda e abbiamo anche la fortuna di vedere una stella cadente, magico! Arriviamo in ostello all’una di notte, fradici e infreddoliti, ma felici!

Day 5 – Mercoledì 4 maggio
Prosegue il training 5*, oggi con Simon (co-founder di www.seakayakingcornwall.com) si prova la leadership e l’interpretazione del vento e del mare. Molto interessanti gli spunti analizzati durante la giornata. Io mi sono trovato a dover guidare il gruppo durante il periplo di una piccola isola e Simon si è sadicamente divertito a creare vari imprevisti e incidenti che ho cercato di risolvere per tenere il gruppo unito e in sicurezza.

Day 6 – Giovedì 5 maggio
Inizia oggi il mio esame per conseguire il brevetto 4*, dopo questi giorni passati ad Anglesey mi sento decisamente pronto, ma sono consapevole che non sarà una passeggiata. I miei esaminatori sono Joanne dalla Svezia e Craig da New York, con la supervisione in acqua di Nigel. Il 4* è un brevetto da guida che permette di condurre autonomamente gruppi in condizioni di vento fino a 4 (scala Beaufort), mare 3 (Douglas) e correnti di marea fino a 2 nodi. Dopo un briefing nella hall del centro, andiamo a imbarcarci a Rhoscolyn. Io sono in gruppo con Joe, un simpatico ragazzone inglese e Lilian una ragazza Norvegese molto in gamba: si crea subito una grandissima sintonia e capiamo immediatamente che il team work sarà un valore aggiunto per passare l’esame. La prima prova è di navigazione con carta nautica e bussola, questo permette di potersi orientare bene anche in coste non conosciute. In seguito analizzano la nostra capacità di interpretazione delle condizioni meteo marine per essere sicuri di non condurre il gruppo in condizioni al di fuori dei parametri concessi al 4*. Ci spostiamo quindi verso Rhoscolyn head dove mettono alla prova le nostre capacità individuali. Le prove vengono svolte nella Tide race in corrente e prevedono: eskimo, auto salvataggio, salvataggio con contact line, salvataggio con towline e zatteraggio. Successivamente testano la nostra capacità di gestire un incidente in grotta e l’abilità di organizzare uno sbarco roccioso con onde frangenti. Il pomeriggio, invece, è dedicato a diversi esercizi di navigazione e comunicazione con VHF. La giornata è faticosa e un po’ stressante, ma torniamo al centro tutti e tre molto soddisfatti. La sera, subito dopo cena, Joe, Lilian e io ci troviamo per pianificare, come richiesto dagli esaminatori, alcune ipotetiche escursioni per il giorno successivo. La pianificazione prevede un studio a 360° su: punti di partenza e arrivo e logistica a terra, condizioni meteo, conoscenza delle maree, studio della costa con eventuali punti di sbarco e vie di fuga e eventuale piano B. Ognuno di noi prepara i propri itinerari e andiamo a dormire carichi e speranzosi per il giorno finale.

Day 7 – Venerdì 6 maggio
Oggi è il giorno finale, devo dare il meglio! Partiamo da Church Bay con l’idea di arrivare al Porto di Holyhead. Gli itinerari che avevamo pianificato erano ok, ma per metterci in difficoltà ne hanno scelto uno diverso. Abbiamo un gruppo di 5 “cavie” da gestire e a me tocca la leadership per primo. Organizzo il recupero mettendomi d’accordo con l’autista del minibus, faccio la chiamata alla guardia costiera per avvisarli dell’uscita, faccio il briefing e via, si parte! Gestisco il gruppo fino all’ora di pranzo, poi tocca a Joe, poi a Lilian. Arriviamo al porto e li controllano le nostre attrezzature per essere certi che avessimo tutte le dotazioni richieste. Il nostro esame è finito e appena giunti al centro ci comunicano che siamo passati tutti e 3! Decidiamo di andare a festeggiare al pub con un paio di birre e trascorrere l’ultima serata in compagnia di chi è rimasto, con la piacevole sensazione di aver scoperto un mondo fatto di persone meravigliose, con tanti amici e tanti bei ricordi e con un esperienza personale da riportare in Italia e condividere con chiunque voglia scoprire un nuovo modo di andare in kayak!

All’anno prossimo Anglesey!!

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