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Survival Team Building Outdoor Portofino 8

DIETRO LE QUINTE EP4: DUE GIORNI DI SURVIVAL TEAM BUILDING

In questo episodio Giuseppe, il nostro capo guide e istruttori, ci racconta dal suo punto di vista un intenso ed emozionante weekend di Survival e Orienteering sul Monte di Portofino (clicca per maggiori info). Questa attività di team building, eseguita con l’assistenza di Alessio (istruttore del team OP), aveva lo scopo di mettere alla prova un gruppo di colleghi in una serie di sfide outdoor per stimolare e applicare il lavoro di squadra e le capacità di decision making in situazioni di stress. Si è lavorato ai confini della comfort zone, spesso uscendone, con lo scopo (raggiunto con successo) di imparare e applicare il  metodo “learn by experience”. Ecco il racconto di Giuseppe:

Troppo abituati alla vita urbana ci stiamo allontanando sempre più  dall’ambiente nel quale per millenni abbiamo vissuto e con il quale il nostro corpo è preparato ad interagire, la natura.

Passare anche solo due giorni ed una notte nel parco Naturale di Portofino, nel bosco, in una spiaggia deserta senza contatti con la “civiltà” per molti potrebbe sembrare un’attività estrema.  In realtà è alla portata di tutti se guidati nel percorso da persone preparate.

L’attività proposta (qui maggiori info) si pone come scopo il riappropriarci della consapevolezza di quanto la natura ci sia amica e a stringere rapporti e coesione all’interno del gruppo.

Venti persone provenienti da tutta Italia, parte dello stesso team di lavoro, hanno deciso di mettersi alla prova con la “Survival Experience” di Outdoor Portofino 

team building survival Outdoor Portofino

Trekking di avvicinamento al campo base (Semaforo Vecchio)

Day 1: Camogli – San Rocco – Gaixella – Semaforo Vecchio (campo base)

Per iniziare abbiamo avvicinato il gruppo all’ utilizzo e alla lettura della cartografia, il calcolo delle distanze e dei tempi di percorrenza. Il trekking introduttivo ha avuto lo scopo di far staccare progressivamente i componenti del gruppo dalle zone antropizzate e portarli nella natura. Nella prima mezzora le energie di molti hanno avuto  un calo a causa della poca preparazione della mente all’attività fisica e alla quantità di energie usate per bloccare il piccolo stress che si era creato in loro al pensiero di mettersi in gioco. Il gruppo ha trasportato il materiale necessario per la preparazione del campo e dei pasti utilizzando sistemi diversi ed aiutandosi a vicenda.

Hanno  organizzato  il campo per la notte e hanno preparato i pasti insieme. Nel pomeriggio abbiamo proposto delle piccole prove quali: costruzione di ripari di emergenza (shelter), accensione del fuoco,  percorsi di orientamento tra i sentieri ed anche piccoli giochi per riattivare l’attenzione al particolare.

La sera, grigliata e vino hanno dato un buon contributo a far  stringere maggiormente rapporti interpersonali. Gran finale non in programma: giocare a ruba bandiera al buio riscoprendo la libertà e la spensieratezza del bambino che è in ognuno di noi.

Notte: Campo Base Semaforo Vecchio

La notte è stata la prima prova reale, non senza problemi. La sistemazione per la notte era a scelta, qualcuno ha preferito la tenda, qualcuno dormire sotto le stelle col sacco a pelo pochissimi hanno deciso di utilizzare i materassi del rifugio.

L’approccio didattico utilizzato è stato il “Learning by Experience” ovvero impara dalle tue esperienze.  Insetti, rumori dei cinghiali, persone che russavano, attrezzatura poco seria e poca cura nel cercare il posto giusto per montare il proprio riparo notturno sono state le componenti che hanno reso l’esperienza formativa. Nella notte in molti si sono riorganizzati riuscendo comunque a dormire alcune ore. 

Team building survival con Outdoor Portofino

Accensione del fuoco, lavoro di team

Day 2Semaforo Vecchio – Semaforo Nuovo – Batterie – Punta Chiappa – (battello) – Camogli 

Nella mattinata del secondo giorno abbiamo utilizzato le competenze apprese durante il giorno prima e, lavorando sull’ autonomia, abbiamo proposto un percorso di discesa verso il mare da effettuare senza l’aiuto delle guide.

Nell’orienteering perdersi  è parte dell’attività. Noto che, mentre i ragazzi e gli adolescenti con cui lavoriamo amano e probabilmente sono abituati al senso di smarrimento, la cosa  non succede più agli adulti, ormai assestati sulle sicurezze e sui riferimenti che si sono creati.

Parte del gruppo ha preso un sentiero sbagliato e le emozioni scaturite da questo evento sono state un’altra dura prova da superare. I sentieri del parco sono molto sicuri e portano comunque in pochi crocevia, anche qui abbiamo capito che le prove maggiori sono da superare con la testa e non col fisico.

Raggiunto Porto pidocchio  ci siamo imbarcati sul traghetto per Camogli utilizzando la via di fuga ed accorciando il percorso per rimanere nei tempi. Stanchi, confusi ma orgogliosi!

Conclusione

Il giorno successivo, dopo un meritato riposo, abbiamo iniziato a ricevere messaggi di ringraziamento  e complimenti per il lavoro svolto da moltissimi partecipanti e anche da chi ci ha incaricato di organizzare l’esperienza. Questo ci da forza e ci riempie di orgoglio. I componenti del gruppo sono stati messi a dura prova, come era previsto, e hanno reagito con spirito costruttivo, traendo massimo profitto dall’esperienza.

Scopo raggiunto, abbiamo sicuramente vissuto in prima persona qualcosa di nuovo, di reale e a contatto con la natura, abbiamo capito qualcosa di più su noi stessi, sulle nostre capacità e su quanto sia importante fare affidamento su un team e non solo su noi stessi.

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